Ci siamo tutti profondamente commossi nel vedere il corpicino di Aylan adagiato sulla spiaggia di Bodrum in Turchia. Aveva solo 3 anni e tanta voglia di giocare!
Dopo Aylan tanti, troppi bambini, anche di più tenera età, sono morti in mare, e la forte commozione si è andata lentamente trasformando in una sorta di normalità che provoca, anche inconsapevolmente, quella indifferenza globalizzata vigorosamente denunciata da papa Francesco.
Nel mediterraneo, nel 2015, sono morti oltre 3.000 persone. Uomini, donne, anziani alla disperata ricerca di pace e benessere. Di un benessere che si colloca ben al disotto del limite che noi riteniamo di mera sussistenza. Di questi ben 800 erano bambini. Bambini più sfortunati dei nostri, semplicemente perché nati in luoghi di povertà economica, culturale e valoriale, in luoghi dove non v’è altro che guerra e violenza.
I numeri parlano di una strage. Una strage di innocenti. Una strage che ci chiede, ci impone, come persone, credenti e scout, di non tacere, di non contribuire a vestire di normalità fenomeni che nulla hanno a che fare con la normalità.
A Madaya, in Siria, si muore letteralmente di fame. I giornalisti e gli operatori di organizzazioni umanitarie, raccontano di bambini e adulti che si cibano di foglie di alberi, di piccoli animali domestici e di rifiuti. La brama di potere indurisce i cuori dei potenti, i cuori di chi potrebbe mettere fine a tutto questo.
Non ci meravigliamo, dunque, se milioni di persone continuano ad alimentare i flussi migratori verso l’occidente opulento e pacifico, né possiamo illuderci di poter attivare strumenti in grado di bloccare i flussi. Nessuno può fermare una parte dell’umanità in cerca di cibo, pace, benessere e dignità.
Difronte a tragedie come questa, noi preferiamo assumere il ruolo del samaritano che soccorre l’uomo senza nulla chiedersi circa la sua identità, la sua storia, la sua appartenenza, i motivi per cui è ridotto in quello stato, piuttosto che quello di quanti (il sacerdote e il levita), nel timore di diventare “impuri” (paure, egoismi, indifferenza, ecc.) tirano dritti per la loro strada.
Questa nostra scelta di servizio è testimoniata dal quotidiano impegno di tante nostre comunità e singoli adulti scout in attività di accoglienza e collaborazione con le istituzione pubbliche per offrire ai nostri fratelli in Cristo quel calore umano di cui, forse, ne hanno dimenticato l’esistenza.
Ma non basta! Il servizio è necessario, ma non è più sufficiente! Gli sbarchi continueranno e con essi i naufragi e le morti sino a quando non saranno assunte iniziative strutturali finalizzate a rimuovere le condizioni che favoriscono i flussi dei migranti.
Recuperando una riflessione proprio sulla parabola del Buon Samaritano di don Tonino Bello, indimenticato vescovo e presidente di Pax Christi, all’ora giusta dell’intervento umanitario, bisogna aggiungere l’ora prima che è proprio l’intervento finalizzato a prevenire situazioni di sofferenza.
Con questo spirito e con queste motivazioni, il Consiglio Nazionale chiede a tutte le comunità di partecipare alla raccolta di firme per presentare una PETIZIONE POPOLARE al Parlamento Italiano e ad altre Istituzioni Pubbliche, affinché si adottino strumenti e procedure per evitare il ripetersi di stragi come quelle verificatesi in questi anni e per rendere più dignitosa la permanenza in Italia degli emigrati.
Si auspica che l’adesione della comunità all’iniziativa, possa essere una:
- Opportunità di crescita per la Comunità con l’avvio di una riflessione su un tema di civiltà da affrontare all’interno ed all’esterno la comunità, coinvolgendo altre realtà, confessionali e laiche, che si interessano o che potrebbero interessarsi alla problematica.
- Rafforzamento del legame con le strutture del Movimento, in particolare con la segreteria regionale che assumerà la regia dell’iniziativa anche per individuare le associazioni con cui collaborare, i tempi per le riflessioni, i luoghi per la raccolta firme.